La Croce Verde di Pietrasanta in difesa del terzo settore, e contro la nuova tassa. I vertici dell’associazione sono al lavoro per promuovere tutte quelle iniziative utili per scongiurare l’aumento dell’aliquota dal 12 al 24 per cento, attualmente previsto dalla manovra finanziaria che il governo sta varando in questi giorni, e lanciano un appello alla politica.

“Ci rivolgiamo a tutti gli amministratori del nostro territorio e a coloro che sono stati eletti in Parlamento affinché si attivino per non votare la manovra e per modificare la disposizione come recentemente dichiarato dal vice premier Di Maio – afferma la preesidente Renata Pucci -. Trovo scandaloso che si faccia cassa sul terzo settore. Il nuovo provvedimento rischia di mettere in ginocchio le associazioni di volontariato che garantiscono ogni giorno numerosi servizi di natura socio-sanitaria a favore dei cittadini del nostro Paese. Servizi che nella totalità dei casi sono rivolti alle categorie più deboli che altrimenti non vi avrebbero accesso. Portare l’aliquota Ires dal 12 al 24 per cento significa mettere in grossa difficoltà le associazioni e addirittura minare la sopravvivenza di alcune realtà locali. Così come previsto attualmente questa tassa andrà ad incidere su tutti i servizi erogati dalla Croce Verde, considerato che l’associazione opera grazie all’impegno di volontari che prestano a titolo gratuito tempo, risorse ed energie per gli altri, offrendo in concreto servizi laddove lo stato risulta invece carente. Siamo la più antica associazione di Italia, ci sentiamo in dovere di fare qualcosa, faremo sentire la nostra voce”. Insomma, al momento si parla di una tassa diretta sul terzo settore ma indiretta a colpire i cittadini che pagheranno il taglio di attività e servizi preziosi, basti pensare solo a quanto incide l’apporto del volontariato sull’assistenza socio-sanitaria. “È inoltre grave il messaggio culturale che rischia di passare con questo aumento dell’IRES – conclude Pucci – come a dire che le associazioni abbiano un loro tornaconto sulle attività svolte e quasi fosse una colpa dedicare del tempo agli altri. Ricordo che per statuto le associazioni di volontariato non hanno finalità di lucro e hanno il divieto di ridistribuzione degli utili. Impensabile dunque paragonarci ad un’attività commerciale”.
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ultimo aggiornamento: 28-12-2018


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